1923 Viene ventilata l'idea di una Banda a Madonna poiché i servizi reli­giosi da chiedere alla Banda di Santo Stefano, anche per Urbignacco non ancora indipendente, erano troppo onerosi o, secondo fonti laiche, c'era qualche contrasto fra la chiesa cittadina e quella periferica pii, recente di Madonna.

31 gennaio 1924 "in questo mese viene ripresa in seria considerazione una idea ventilata dal parroco; l'istituzione cioè di una banda parrocchiale. In grazia alla cooperazione intelligente del Cooperatore D. Guglielmo Simeoni e l'appoggio del Maestro sig. Luigi Vriz, l'idea attecchì e già inco­minciarono le lezioni. L'idea di una banda parrocchiale era già stata venti­lata dal Parroco e da Calligaro Giovanni fu Gio: Batta-cuche da oltre un anno, non venne attuata per circostanze indipendenti dalle buone intenzioni dei sopradetti."

Nasce quindi la Banda a Madonna, fondata da Luigi Vriz che viene appog­giato dal clero locale (in particolar modo da Guglielmo Simeoni allora coo­peratore) sebbene gli stessi sacerdoti non si siano mai direttamente intro­messi nella attività bandistica.Gran parte dei suonatori convocati dal maestro Vriz la prima volta erano compo­nenti di orchestrine da ballo e non, come polemicamente si è affermato nel corso degli anni, della banda di Santo Stefano. Celso Guerra e Luigi Aita ci hanno infatti raccontato che Pauluzzi Riccardo era un virtuoso del "quarti­no" (clarinetto piccolo in mib); altri due, uno di Santo Stefano e uno di San Floreano, avevano fatto parte in passato della Banda Cittadina e siccome non vi partecipavano più, erano stati reclutati dal maestro e costretti a ristu­diare quanto avevano ormai dimenticato. Altri erano stati componenti della Banda del maestro Bruni sciolta nel 1913.

Quattro di loro erano giovani scolari della scuola elementare di Madonna che Vriz aveva scelto fra le sue classi e "costretti" a dedicarsi allo studio di uno strumento. Luigi Aita era uno di questi. Infatti ci ha raccontato di essere stato uno dei prescelti e di aver studiato il genis, strumento - allora come oggi - carente nell'organico già preparato , per appena tre mesi sempre con il maestro Vriz che, a suo parere, usava metodi di insegnamento "gagliardi" utilizzando i criteri didattici delle scuole elementari di allora e le conoscenze di musica apprese in seminario. Quindi i suonatori si "facevano le ossa" direttamente nella Banda.

La prima uscita ufficiale è stata la Festa del Carmine del 1924. Per l'occasione gli aspiranti bandisti si erano alacremente sottoposti alle prove nei locali del vecchio asilo, luogo adatto poiché nell'ampio cortile si tennero anche lezioni di marcia perché "si doveva fare bella figura" sempre guidati dall'infaticabile Maestro Vriz che da allora fino alla morte ha guidato in ogni senso la Banda.

Luigi Vriz studiò musica in seminario dove, assieme al compagno di corsi L. Garzoni, si trovò ad approfondire la materia durante la ricreazione, in modo autonomo tanta era la loro passione. Da autodidatta imparò anche gli elementi essenziali degli strumenti bandistici per esaurire la sua sete di sapere musicale e poi per insegnarli agli allievi di Madonna.

1924 Codesio. Innaugurazione del 'poc'. (Arch. Ass.ne Filarmonica)

1924 Codesio. Innaugurazione del 'poc'. (Arch. Ass.ne Filarmonica)

Elenco dei membri della banda musicale di Madonna di Buja all'esordio: La festa del Carmine 1924
Luigi Vriz Maestro  
Pauluzzi Enrico Quartino Lugan da Urbignacco
Guerra Celso Clarino Lugane
Cozzutti Pietro Clarino Pierut dal Bues
Calligaro Riccardo Tromba Cjcjo da Arrio
Comoretto Giobatta Tromba Tite di Gal
Tondo Giovanni Tromba Gherbure da Campo
Ursella Emilio Tromba Bet da Urbignacco
Baracchini Domenico Bombardino Barachine
Baracchini Luigi Bombardino Vigj dal Belo
Minisino Emilio Bombardino Milio dal Muini
Aita Luigi Genis Vigj Simon
Aita Alceo Genis figlio di Pierut Pic
Felice Leonardo Genis Nardin Vuic
Tondolo Giovanni Trombone Sec di Feran
Calligaro Luigi Trombone Lene
Calligaro Antonio Basso Toni Vissi
Ferrazzutti Guido Tamburello fi dal casaro
Pauluzzi Riccardo Gran Cassa Scjanusce
Felice Felicissimo Piatti Vuic

L'elenco è stato redatto con l'aiuto del maestro Vincenzo Celso Guerra, che assieme ai signori Aita Luigi, Calligaro Luigi e Ferrazzutti Guido sono gli ultimi testimoni di questo evento ancora in vita.

Gli strumenti furono comprati con le offerte della popolazione di Madonna. Per questo motivo si intraprese l'iniziativa di fare il giro di Capodanno attraverso le frazioni come ringraziamento e come buona augurio per il nuovo anno, tradizione che dura tuttora e pare non sia mai venuta meno negli anni. Un contributo importante fu offerto da Giovanni Domenico Calligaro (fu Gio Batta): ben 1000 lire.

Il repertorio comprendeva naturalmente marce religiose per le processioni, marce brillanti, polke, mazurche e qualche marcia sinfonica per le occasio­ni veramente importanti. Le feste alle quali la Banda partecipava a Madonna erano prettamente religiose: San Valentino, San Giuseppe, Corpus Domini, Carmine.

1925 - 1 gennaio "La nuova Banda Parrocchiale di Madonna, encenia­ta (n.d.r. inaugurata?) il giorno del Carmine del Luglio pp. fa sentire le sue note e dà la sveglia agli abitanti." Da quest'anno in poi la Banda sarà costantemente presente per le vie di Madonna sfidando anche le intemperie. Nei primi anni il numero dei suonatori variava da 20-25 durante l'estate a 33 durante l'inverno quando i compaesani emigranti tornavano a casa.

30 marzo 1941 Buja. La Banda del Dopolavoro. Al centro si riconosce il M° Luigi Vriz. (Arch. Sig.ra Teresa Vriz)

30 marzo 1941 Buja. La Banda del Dopolavoro. Al centro si riconosce il M° Luigi Vriz. (Arch. Sig.ra Teresa Vriz)

1939 Le due Bande bujesi, per volere del regime fascista e sotto la guida di Vriz, si fondono nella "Banda del Dopolavoro".

1941 L'attività della Banda viene sospesa a causa della guerra.

1942 - 1 gennaio "Un'accozzaglia di pochi suonatori della nostra banda (già parrocchiale), dopo la S. Messa la danno l'avviso con le loro marce, attraverso le vie del paese, che un nuovo anno s'è cominciato. Ma le loro note sono stonate, come tante cose che stanno accadendo in questo povero mondo in questi brutti tempi: la guerra, la miseria, il lusso, la sete di divertimenti e via dicendo. Tutti però si chiedono: "dove andremo a finire?" il Signore ci aiuti!".

Vediamo quindi che neppure i tempi più brutti e le imposizioni più perentorie riuscirono a fermare completamente l'attività del gruppo che continuò a mantenere la propria identità e i profondi legami che lo univano, ieri così come oggi, alla popolazione di Madonna.

Dal 1942 al '46 ci sono lacune negli archivi parrocchiali. Don Edoardo Zuliani proprio nel 1946 riprende la narrazione delle notizie relative a Madonna utilizzando il suo diario personale. È così che sappiamo che nel­l'ottobre 1945 Festa di Cristo Re "si fa la festa dei Reduci. (...) Nella dome­nica alle 10 1/2 preceduti dalla Banda locale, i reduci in corteo vengono dall'Asilo in Chiesa per la S. Messa." Appena finita la guerra la Banda era tornata a Madonna affidata alla cura di Vincenzo Celso Guerra poiché Vriz era impegnato con il Comitato di Liberazione e la ripresa dell'attività scolastica. Le prove ricominciarono nell'Osteria "de Bionde" a Solaris.

1 Novembre1945 "Nel pomeriggio si va in processione con la Banda, al cimitero dove ci si incontra con la Parrocchia di Urbignacco."Questo era un appuntamento religioso che coinvolgeva anche la Parrocchia di Urbignacco. Ad esso si partecipa anche oggi.

1 Gennaio 1946 "Al mattino la Banda locale fa il giro del paese per salutare nuovo anno."

14 Febbraio 1946 Solennità di S. Valentino "Seguo la processione con la sta­tua dei Santo. Accompagna la banda, che dà concerto in piazza. Dicono che negli anni addietro riusciva una delle migliori sagre."

Aprile 1946 - Venerdì Santo "Alla processione poca illuminazione. Si canta con accompagnamento della Banda il "Vexilla regis" musicato dal maestro stesso della Banda Vincenzo Celso Guerra da Madonna."

Luglio 1946 - Solennità della Madonna del Carmine. "Si canta la S. Cecilia di Tomadini. Vespri solenni e processione. Non c'è la Banda per mancanza di suonatori all'estero." Vediamo quindi che l'emigrazione pro­vocò momentanee crisi che vennero comunque superate.

Dicembre 1946 Festa dell'Immacolata: "Pomeriggio; processione con accompagnamento della banda locale ricostituita.'

1 Gennaio 1947 "La banda locale gira per i borghi per la suonata augurale: vale per i borghi escluso... Urbignacco perché vuole quella di S. Stefano."

Dalle testimonianze dei più anziani abbiamo appreso che fra le due par­rocchie i rapporti erano piuttosto tesi a causa della non lontana indipen­denza di Urbignacco. Questa situazione, risolta soltanto ai giorni nostri, fu spesso causa di dissidi in paese.

2 Gennaio 1947 "Si parla di fusione della nostra banda con quella di S. Stefano. Vedremo. Speriamo allora con uno statuto di una certa autono­mia per noi...."

Questa frase proviene dai registri dell'Archivio Parrocchiale di Madonna di Buia e, come molte altre, rispecchia sia opinioni personali del compilatore (i vari sacerdoti e cooperatori che si sono succeduti alla guida della Parrocchia), sia gli umori della popolazione.

13 Febbraio 1947 Ingresso del Parroco Don Carlo Cautero. "Viene accolto al primo confine della parrocchia sul Belvedere da un primo gruppo di parrocchiani che al suono della Banda parrocchiale lo accompagna fino all'icona di Codesio..."

13 febbraio 1947. Ingresso del Parroco Don Carlo Cautero. (Arch. Parrocchiale di Madonna di Buja)

13 febbraio 1947. Ingresso del Parroco Don Carlo Cautero. (Arch. Parrocchiale di Madonna di Buja)

14 Febbraio 1947 "Dopo il canto del "Te Deum", la banda parrocchiale, ben sicura nei suoi elementi, tiene concerto in piazza..."

25 Dicembre 1947 - Natale "All'uscita dalla Messa si ha una gradita sorpre­sa: i componenti la Banda i nuovi cappelli confezionati all'alpina, di color verde scuro con piuma e una magnifica guarnizione d'argento raffi­gurante l'aquila ad ali spiegate ritta sulla cetra. Furono acquistati con la generosa offerta della popolazione, che un altro giorno desidera vedere anche le giubbe. I nostri "bandisti" sono ammirati dalla popolazione per la loro bella figura."

Fine anni '40 Gemona. Santuario di Sant'Antonio. I bandisti con i cappelli di foggia alpina. (Arch. Sig. Adriano Miani)

Fine anni '40 Gemona. Santuario di Sant'Antonio. I bandisti con i cappelli di foggia alpina. (Arch. Sig. Adriano Miani)

2 Novembre Domenica. Processione per i Morti. "Si chiude poi con la preghiera di rito e con una marcia funebre eseguita dalla nostra Banda".

20 Luglio "in seguito alla partenza per l'Estero del m. Vincenzo Celso Guerra, il m. Vriz, su preghiera del parroco, riprende la direzione della Banda parrocchiale, a patto di dare a lui tutto l'appoggio. Questo gli viene garantito e il maestro si accinge ai lavoro, col proposito di aumentare il numero dei suonatori. La sua ricomparsa il giorno del Carmine fu benigna­mente accolta da tutti come lieto presagio per la resurrezione di tutte le nostre istituzioni parrocchiali. Quanto tempo perduto invano e tutto per beghe e odi personali nonché dannosi campanalismi! A proposito rimane ancora uno strascico sentito di campanilismo e, direi quasi, odio di parte con Urbignacco al quale il sullodato maestro si sente attaccato per i suoi tre o quattro amici. Ma è il caso di ripetere il passo del Santo dei fanciulli e dei giovani: "Laetare et bene facere, e lascia cantare le passere!" s'intende "bene facere" a casa propria senza rancori per nessuno. Il "tempo" è l'uni­co fatto risanatore della piaghetta. E a questo pazientemente ci rimettia­mo." Questa è l'ultima citazione presente nell'Archivio della Parrocchia che riguardi la Banda.

Da questo momento in poi la Banda sarà sempre guidata dal maestro Vriz fino alla morte. Egli fu costantemente coadiuvato dal m. Pietro Cozzutti "Pierut".

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